tl;dr: Fare lo sviluppatore in Italia è il più delle volte un incubo Fra tutti i report disponibili, nessuno analizza nel dettaglio lo scenario italiano Abbiamo deciso di farlo noi con un questionario che trovi qui: https://goo.gl/eWDECC E’ anonimo, richiede circa 5–8 minuti e i risultati saranno pubblicati entro fine anno L’iniziativa è legata al progetto Jaguar28 : il nostro obiettivo è riscrivere, in meglio, il rapporto fra professionisti del tech ed aziende 😉 Se hai aperto questo articolo poiché indignato dal titolo, inizia dalla parte finale “PRO TIPS / FAQ / DISCLAIMER” e poi leggi il resto Se lavori in ambito tech, quante volte hai già sentito la frase “ ”? E quante volte ti sei sentito d’accordo? Essere uno sviluppatore in Italia fa schifo Il mercato del lavoro per chi si occupa di sviluppo e programmazione in Italia è “famoso” per essere fra i più arretrati in Europa: tutti lo sappiamo e tutti ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un disagio strutturale che può solo peggiorare con il tempo. Il problema non riguarda solo i salari (i più bassi dell’Unione Europea, insieme a Portogallo, Spagna e Grecia) ma più in generale la concezione del ruolo di “developer” all’interno delle aziende. Per ogni storia romanticheggiante di qualche ragazzino californiano che diventa miliardiario grazie ad una app e viene intervistato da tutti i giornali, in Italia ci sono decine di storie molto meno piacevoli su aziende che non conoscono orari, non investono su innovazione e formazione e credono di poter disporre liberamente della vita dei propri collaboratori. L’intramontabile convinzione del “ ” è infatti anche parzialmente accettabile ma perde ogni legittimazione quando il professionista è sbattuto in uno scantinato a fare il refactoring di progetti vecchi di decenni scritti in Fortran (o quasi) e viene considerato come un pericoloso sovverviso quando si prende un permesso per partecipare ad un seminario. i salari in Italia sono più bassi perché la vita è meno cara Per fortuna esistono già alcune startup ed aziende che hanno compreso l’importanza di questi professionisti e che, per quanto possibile, cercano di garantire loro le condizioni più stimolanti: sono ancora casi isolati — in genere in quei contesti con un’elevata competizione per attrarre i migliori talenti — ma da qualche parte dovremmo pur partire. In tutto questo non dobbiamo dimenticare la crescente categoria dei professionisti italiani che vanno a vivere e lavorare all’estero. Troppo spesso vengono liquidati con un “ ”, anche se non se ne conosce l’effettiva situazione. : esistono sviluppatori italiani che vivono all’estero e sono sottopagati anche lì! loro sì che hanno fatto bene ad andarsene, bravi! NOTIZIA SHOCK Ecco quindi spiegato il grande paradosso: oggi sono moltissimi i professionisti che si lamentano della situazione italiana, ma non esiste nessuna vera analisi a tal proposito. Ogni anno sono pubblicate ricerche davvero apprezzabili sul mondo degli sviluppatori (quella di Stack Overflow è in genere la più completa) che però considerano l’Italia un mercato periferico e che non merita di essere valutato nel dettaglio. Ci siamo quindi chiesti: Qual è il salario medio degli sviluppatori italiani? Quali sono le tecnologie che utilizzano, quelle che vorrebbero utilizzare e quelle che invece vorrebbero dimenticare? Quali sono i fattori di soddisfazione ed insoddisfazione in azienda? Per trovare una risposta, abbiamo deciso di lanciare una nostra survey e condividere pubblicamente la fotografia che emergerà. L’obiettivo è creare una coscienza collettiva sull’argomento e provare ad influenzare il cambiamento, mettendo sul tavolo dati concreti ogni volta che un’azienda si chiederà perché non riesce a trovare sviluppatori in gamba. Il questionario è disponibile qui: https://goo.gl/eWDECC Se hai almeno 1 anno di anzianità come developer, sistemista, QA tester, DevOps e ruoli simili, lavori full-time in Italia o sei un italiano all’estero e hai voglia di dedicare 5 minuti del tuo tempo per aiutarci, questo è il questionario che fa per te. Il questionario è totalmente anonimo e non ti chiederemo indirizzi email o informazioni sensibili riconducibili direttamente a te. Entro fine anno pubblicheremo i risultati. Questa iniziativa è legata al progetto : siamo una startup di Torino e il nostro obiettivo è riuscire a riscrivere, in meglio, il rapporto fra professionisti del tech ed aziende. Qualche mese fa abbiamo già pubblicato un per raccontare come vorremmo farlo. Jaguar28 Manifesto Se hai domande, puoi scriverci a hello@jaguar28.com Grazie! MILESTONES: Lancio della survey: 11 luglio 2017, ore 14.00 Risposte inviate nelle prime 24 ore: 254 Visualizzazioni nelle prime 24 ore: 976 🏆_:_ 1000 risposte 14 luglio 2017, ore 14.19 PRO TIPS / FAQ / DISCLAIMER: Se ti va, condividi questo articolo e/o la survey anche con i tuoi contatti! Se vuoi condividerlo nei tuoi gruppi facebook, chiedi prima il permesso agli admin per non farci passare come spam 😅 Il questionario non chiede mai il tuo nome o il tuo indirizzo email, quindi è un database che non potrà mai finire nelle mani di qualche scammer o, peggio, di qualcuno che non conosce la differenza fra Java e Javascript. Sappiamo che, da un punto di vista metodologico, il report è pieno di possibili bias. Non abbiamo tuttavia la presunzione di volerlo presentare all’ONU in seduta plenaria. O forse sì? Stack Overflow ha parlato di alcuni aspetti dello scenario italiano nella Developer Survey del 2016 (% di remote worker, età media, importanza del salario), rispetto ad un campione di circa 1000 profili italiani. Nella Developer Survey 2017, Stack Overflow analizza USA, India, UK, Francia e Germania ma non l’Italia (da cui ha ricevuto circa 900 risposte). Ci è stato detto che l’AICA (Associazione Italiana per l’Informatica e il Calcolo Automatico) distribuisce annualmente un report abbastanza simile. Noi purtroppo non siamo riusciti a reperirlo da nessuna parte. In autunno lanceremo la controparte volta a raccogliere il punto di vista delle aziende tech. Non invieremo i risultati attraverso una newsletter perché sappiamo che la privacy è top concern e non vogliamo lasciare spazio a nessun tipo di insinuazione su come potremmo usare i vostri indirizzi email. I risultati verranno pubblicati con un post su questo profilo e riproposti nei gruppi dove abbiamo già postato questo articolo. Il titolo è volutamente provocatorio (o clickbait, se volete un termine Internet 3.0) per una ragione molto semplice: la maggior parte della dev community italiana si attiva solo quando il flame è alle porte. : il titolo è una provocazione, non una conclusione. RIPETO Commentare l’articolo e/o l’iniziativa solo in base al titolo senza averne letto per intero il contenuto equivale a condividere con toni indignati i link dei siti di fake news. Se il tuo sesto senso ti fa percepire una truffa, una fonte di speculazione o una cospirazione degli Illuminati non sei obbligato a completare il questionario né a condividere pubblicamente le tue paranoie. Se la cosa ti rende più sereno: sì, siamo Rettiliani e tu ci hai scoperto.
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